| Vi ringrazio per le riposte.
Forse c'è stato un fraintendimento, io non voglio assolutamente diventare pilota per lo stipendio percepito (che, come dici te e come ho letto e riletto in giro pare essere molto basso rispetto ai rischi), io lo voglio fare unicamente per passione. L'ho detto nell'introduzione che fin da bambino diventavo pazzo quando sopra la testa passavano i 139 della PAT. Credo che la vita sia una sola, bisogna puntare in tutti i modi ai propri obbiettivi. Magari non riuscirò a raggiungerli, ma perlomeno non mi troverò a 70 anni rimpiangendo di non averci neppure provato.
Sottolineo che nel primo messaggio da me scritto riportavo che sto già provando da due anni la via militare. Anche se l'anno scorso, in particolare con la GDF, sono arrivato ad un ottimo punto (da 5000 eravamo rimasti in 300, di cui 30 per i 6 posti da pilota), occorre essere realisti e ammettere che vincere un concorso del genere è altamente improbabile.
Per quanto riguarda il discorso "lavoro che ti uccide piuttosto scegli il volo da diporto", vorrei specificare che sto già facendo un corso di parapendio e comunque continuo imperterrito a sognare l'ala rotante.
In relazione al "piuttosto andrei a fare ingegneria", fidati che soltanto l'1% degli ingegneri riuscirà a raggiungere un lavoro "dei sogni" (che ne so, lavorare per la Leonardo, Nasa, Esa, Ducati, Ferrari, f1, etc.), se sei "nella media" lavorerai per 30 anni davanti ad un pc a progettare pezzi per la cnc. Siamo onesti, magari porti a casa 70k euro l'anno, ma a che prezzo? Una vita intera buttata a fare un lavoro che non ti dà poi così grandi soddisfazioni, piuttosto vado a fare il pompiere. Poi per carità, magari a qualcuno piacerebbe tantissimo fare ciò che ho sopra citato, io non sono uno di quelli.
Menziono la traccia che quest'anno ci è uscita per il tema scritto di GDF: "Se si escludono istanti prodigiosi e singoli che il destino ci può donare, l’amare il proprio lavoro (che purtroppo è privilegio di pochi) costituisce la migliore approssimazione concreta alla felicità sulla terra: ma questa è una verità che non molti conoscono". Penso che Levi abbia azzeccato in pieno, non esiste felicità più grande dell'amare il proprio lavoro.
Enricocr2 ho appena visto il tuo messaggio. Sono d'accordo con ciò che scrivi, tuttavia il problema del percorso ingegneristico è che richiede molti anni di gavetta per raggiungere una posizione decente e di conseguenza uno stipendio decente. Basta guardare i dati. Nel 2021 si registravano 30000 lauree ingegneristiche di primo livello e 27000 magistrali. Posso capire che è un mercato in continua espansione, e sicuramente non si farà fatica a trovare lavoro, occorre però ammettere che oramai quello dell'ingegnere è diventato in tutto e per tutto un lavoro d'ufficio, in molti casi ripetitivo. Esattamente il contrario di ciò che vorrei fare io.
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