| ciao MiB, la risposta è semplice: sicuramente no.
Più gli ambiti delle imprese sono complessi, per valore, presenza internazionale, settore ecc., più gli accorpamenti - e gli scorporamenti - sono frequenti.
Fa parte della giostra del mercato moderno.
Io lavoro da oltre 30 anni negli acquisti, con una parte più o meno rilevante (a seconda dei periodi) nell'elettronica e nella plastica. La vecchia Siemens ha già ceduto parti di essa, reincorporate, cambiato nome, una infinità di volte, e lo stesso vale per gli altri colossi, dalla vecchia Philips alla Motorola, con tutta l'infinità di brand che sono nati (NXP, On Semiconductor, Osram, Epcos ecc.ecc.), per poi alcuni fondersi tra di loro, venire ri-fagocitati in qualche altro brand....
E non c'è settore che si salvi, stessa cosa per i produttori di plastiche (Bayer e General Electric), con alcune divisioni talmente grosse che sono rimaste in vendita sul mercato per decenni (esempio la GE Plastics, comprata poi dagli arabi della Sabic).
Lo vedi poi per le auto....
A livello internazionale se vuoi mantenere la tua identità ed autonomia, per assurdo..... devi "perderla" fondendoti con qualcun altro (a volte acquisendo, altre volte "vendendo se stessi", altre ancora facendo dei merge veri e propri).
Un settore come quello elicotteristico, raggiunte certe dimensioni, non penso possa esimersi da queste regole.
Restano avulsi dal sistema, finchè potranno tenere, le realtà "padronali", in cui magari la ditta è anche una SpA (più sovente una Srl), ma le quote societarie sono ben salde ancorate ad una specifica famiglia, che magari per motivi affettivi e di orgoglio personale non si staccherebbe mai dalla propria "creatura" (ma si diceva quello anche della famiglia Agnelli con Fiat.....)
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