Giusto per chiarire, il possesso di una licenza uguale per tutti, che vi sia un contesto di norme comuni che regola l'esercizio della professione, che ci si ispiri, o meglio, si dica di ispirarsi a una comune matrice culturale aeronautica, di per sè non garantisce che esista una categoria. Non lo può garantire, come nel caso dei piloti, ma anche di altre figure professionali, perchè l'individualismo che caratterizza l'agire di troppi di loro, è antitetico a qualsiasi idea di autodisciplina e, quindi, di deontologia profesionale. L'individualismo è la forza disgregatrice che distrugge sul nascere qualsiasi tentativo di coesione ed è il difetto che le parti datoriali stimolano e premiano, concedendo le caramelle a chi si presta, per ottenere il vantaggio di dividere e imperare. Già questo può far intuire come qualsiasi azione di sciopero sia destinata a fallire nei distinguo che, nella "categoria", storicamente hanno accompagnato questo tipo di iniziative. A maggior ragione se l'unica forma consentita e praticabile di questa estrema forma di autotutela sindacale, a dispetto delle garanzie costituzionali, è di tipo virtuale, ovvero un nonsciopero. Ma, ripeto, se i piloti fossero davvero capaci di riconoscersi in una categoria, di ricorrere allo sciopero non ci sarebbe nemmeno bisogno. Basterebbe applicare pedissequamente le regole, allineati e coperti, segnando il passo.
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